Oggi affrontiamo un tema specifico della psicologia dello sport che più o meno tutti hanno provato nella propria esperienza sportiva, sia essa amatoriale o professionistica.
Quanti di voi si sono mai sentiti tesi o in affanno prima di una gara, oppure hanno percepito il proprio battito del cuore accelerato o un’intensa sudorazione?
Magari avete provato queste sensazioni contemporaneamente a dei pensieri negativi, come ad esempio: “non sono pronto”, “ho paura di fallire” o anche “non sono capace”.
E tutto questo ha generato in voi delle emozioni, magari di disagio o di preoccupazione.
E tutto questo ha generato in voi delle emozioni, magari di disagio o di preoccupazione.
Ecco che siete entrati nel circolo vizioso dell’ansia competitiva, che influenzerà negativamente la vostra prestazione gara dopo gara.
Questa condizione è molto comune tra gli atleti, soprattutto tra chi affronta situazioni di stress molto intenso. Il problema si presenta quando non si riesce più ad uscire dal
meccanismo negativo, perché vi sentirete sempre meno efficaci in quello che farete.
Eppure l’ansia non è qualcosa da eliminare. Se si presenta in forma accettabile è un’importante reazione di adattamento per l’organismo, perché stimola il corpo a prepararsi di fronte ad una situazione di pericolo o di attacco. Come gli animali, anche noi esseri umani abbiamo questo meccanismo di difesa innato, fondamentale per fronteggiare le circostanze di sopravvivenza o di pericolo e minaccia.
Per l’atleta è importante riconoscere le sensazioni fisiche che possono attivarsi prima di una competizione, riconoscendo le proprie in modo consapevole. Lo stress attiva il sistema nervoso simpatico, nello specifico dal sistema muscolare e scheletrico, a quello neurovegetativo e neuroendocrino, fino al sistema immunitario. Le alterazioni fisiologiche quindi, sono numerose e comprendono diversi organi e apparati.
Quali sono le soluzioni per l’atleta? Con un percorso di Mental Training è possibile scardinare il circolo vizioso dell’ansia e apprendere come gestire le proprie percezioni ed emozioni. La consapevolezza del proprio corpo è fondamentale, per rendersi conto di come lo stress impatta sull’organismo. In seguito si possono apprendere delle tecniche specifiche, in grado di rilassare e gestire i propri livelli di attivazione.
Si chiamano appunto tecniche di rilassamento e di respirazione, e sono in grado di abbassare l'intensità delle reazioni fisiologiche del corpo mantenendole più nella norma.
Alcune di queste più conosciute sono il Training Autogeno di Schultz o il Rilassamento Progressivo di Jacobson. Ma sono solo alcune delle possibili strategie che lo Psicologo dello Sport può fornire all’atleta per fronteggiare al meglio la gara.
Come per qualsiasi abilità sportiva (tecnico, tattica o atletica) sono necessarie numerose ore di pratica e allenamento per assimilarle correttamente, anche le abilità mentali possono essere
Come per qualsiasi abilità sportiva (tecnico, tattica o atletica) sono necessarie numerose ore di pratica e allenamento per assimilarle correttamente, anche le abilità mentali possono essere
apprese e perfezionate grazie alla pratica costante.
Nei prossimi articoli vedremo altre curiosità sul lavoro mentale degli atleti.
Dott. Andrea Martinetti - Psicologo dello Sport