bgif1 10 Buoni motivi per dedicarsi ad un orto

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“L’occuparsi della terra e delle piante può conferire all’anima una liberazione e una quiete simile a quella per la meditazione” Herman Hesse.

Da quando ho un orto a cui dedicarmi la mia vita è cambiata.
La natura mi ha insegnato che sempre c’è un inizio ed una fine, che ogni cosa da lasciare prepara lo spazio per accogliere il nuovo, non necessariamente migliore, ma ciò che in quel momento è necessario. 
Quando ti prendi cura di qualcosa o di qualcuno impari la bellezza delle attese, a piegarti a ritmi non tuoi, ad accogliere il cambiamento e gioire per la bellezza dei frutti che nascono dall’incontro.

Dedicarsi all’accudimento di una pianta non è solo un passatempo, ma mette in circolo tutta una serie di dinamiche legate al benessere ed alla riabilitazione di corpo, mente, affettività. 
Per questo il lavoro nell’orto si è addirittura strutturato in una vera e propria “ortoterapia”: tecnica che viene utilizzata per intervenire su situazioni di disagio o vere e proprie patologie di vario tipo, in  affiancamento e supporto alle terapie mediche, psicologiche e riabilitative finalizzate a migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali, emotive e cognitive.

Ecco, quindi, dieci buoni motivi per mettere le mani nella terra:


1.     La mente umana odia la noia, ha bisogno di nuovi stimoli. A contatto con la natura possiamo vivere una esperienza fortemente sensoriale che attiva vista, udito, olfatto, gusto, tatto e si trasforma in una macchina del tempo in grado di rievocare ricordi o farci trasportare dalla fantasia. 

2.     Il contatto con la terra potenzia la mente, mette alla prova il nostro cervello con il problem solving e fornisce occasioni di continuo apprendimento.

3.    Interagire con un ambiente altamente stimolante e sano come quello naturale stimola la riconnessione dell’individuo alla natura in un’ottica di salute che non è semplice assenza di malattia ma (come la definisce l’OMS) “Uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale”sottolineando l’importanza del continuo adattamento dell’individuo al suo ambiente in una condizione di equilibrio dinamico.

4.    In tal senso la cura di un orto può essere intesa non solo come intervento sul disagio o sulla patologia, ma anche e soprattutto come strumento educativo rivolto ai più piccoli. Sarebbe bello avere delle vere e proprie aule a cielo aperto in cui insegnare ai bambini ad ascoltare lo scricchiolio delle foglie sotto i piedi, liberare la fantaia distesi all’ombra di un albero dando vita alle forme delle nuvole, in linea con gli obiettivi  educativi ministeriali: «far nascere ‘il tarlo’ della curiosità, lo stupore della conoscenza, la voglia di declinare il sapere con la fantasia, la creatività, l’ingegno, la pluralità delle applicazioni delle proprie capacità, abilità e competenze».

5.    In questo tipo di esperienza viene stimolato il senso di responsabilità, del prendersi cura, portare avanti un progetto per raggiungere un obiettivo.

6.    Lavorare in un orto rilassa e libera la mente.

7.    Risveglia la propriocezione come occasione di benessere.

8.    Migliora le capacità motorie e mette in primo piano l’azione come elemento riabilitativo.

9.     Fornisce una sensazione di controllo, empowerment.

10.  Infine, mangiare ciò che si coltiva ha un sapore tutto suo, nutre il cuore e l’autostima oltre al corpo, è una soddisfazione impagabile.


Dott.ssa Stefania Cipriani - Psicologa e Psicoterapeuta 




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